
domenica 29 giugno 2008
Santi Pietro e Paolo.

mercoledì 25 giugno 2008
lunedì 23 giugno 2008
Sempre peggio.
Casini aveva detto: «Non è il presidente del Consiglio a decidere le regole della Chiesa»
ROMA - «È Il Papa a decidere le regole della Chiesa, non il presidente del Consiglio»: il leader dell’Udc aveva risposto così ai microfoni di Sky Tg24 commentando la proposta di Silvio Berlusconi di consentire la comunione anche ai divorziati.
IL PAPA - E il papa risponde a Silvio Berlusconi e ai divorziati che chiedono la comunione: «Coloro che non possono ricevere la comunione a motivo della loro situazione, troveranno comunque nel desiderio di comunione e nella partecipazione all’Eucaristia una forza e una efficacia salvatrice». Lo ha affermato, fra l’altro, il Papa nel messaggio indirizzato al 49esimo Congresso Internazionale Eucaristico che si chiude domenica a Quebec, in Canada.
BERLUSCONI - L'ex presidente della Camera aveva fatto riferimento all'episodio accaduto sabato quando Berlusconi, in Sardegna, ha chiesto al vescovo di Tempio Pausania che gli stava porgendo l'ostia: «Eccellenza, perché non cambiate le regole per noi separati e ci permettete di fare la comunione?». Il presidente del Consiglio ha rifiutato cortesemente la comunione (a differenza di quanto avvenne alcuni anni fa a Tunisi durante i funerali di Bettino Craxi, quando l'ostia gli venne offerta da don Verzè) e si è sentito rispondere dal vescovo Sebastiano Sanguinetti: «Lei che ha potere, si rivolga a chi è più in alto di me», riferendo anche al recente incontro del premier con il Papa.
Dal blog di Lorenzo..era troppo carina!
I russi usarono una matita.
A casa...
FANTOCCI...
come il buon mega direttore galattico lo chiamava....
tutti pronti con
BANDIERA DELLA NAZIONALE
MAGLIETTA DELLA NAZIONALE
TROMBETTA DA STADIO
MUTANDONI ASCELLARI
PIATTO (PENTOLA!) DI SPAGHETTI
MOGLIE E FIGLIA(?) FUORI DALLE BALLE
RADIOLINA SINTONIZZATA
TELEVISIONE ACCESA............
E RUTTO LIBERO!"
Ci resta solo il rutto libero...
giovedì 19 giugno 2008
5 luglio 2008...
martedì 17 giugno 2008
sabato 14 giugno 2008
venerdì 13 giugno 2008
E non ditemi che sono acida
Questi ultimi esistono perchè al di fuori di essi chi lavora avrebbe bisogno di poter fare tutto senza avere tra i piedi diecimila parenti e amici.
Oltretutto il mio è un reparto abbastanza delicato e diventa difficile ed imbarazzante controllare ciò che va controllato se la stanza è piena di gente che non ci dovrebbe essere.
In questi anni di lavoro, ho imparato a capire chi mi racconta delle palle mostruose pur di entrare fuori orario.
La gente che mente è spassosa; c'è chi non è capace e si contraddice subito, c'è chi si sente in colpa e un "Guardi che non è orario" li scoraggia all'istante, c'è chi invece è molto abile e non temerebbe nemmeno la macchina della verità...ma io ormai li becco lo stesso.
Le scuse più o meno credibili sono sempre le stesse:
- "Resto solo 10 minuti" e te lo dicono con la faccia da: "Una volta che avrò valicato questa porta non mi sbatterete più fuori"
- "Ma io vengo da lontano" con la faccia da: "Tanto tu che ne sai che io abito a Vigliano"
- "Ho appena finito di lavorare" e qui molto spesso è vero...ma non è colpa mia se finisci di lavorare alle dieci di sera
- "Lavoro tutto il giorno" se lavori tutto il giorno allora cosa ci fai qui alle tre del pomeriggio?
Qualcuno le spara una dietro l'altra.
Poi ci sono quelli che non solo vengono fuori orario, ma addirittura non conoscono il nome di chi stanno andando a trovare...
"Sto cercando una signora" beh, cercare un uomo in ostetricia è quasi impossibile.
"Solo che non so come si chiama...io sono un'amica della mamma della zia della sorella del marito"
Ma cacchio, vieni a trovare una di cui non conosce nemmeno il nome??? Ma stai a casa tua!
Ovviamente queste cose non succedono solo a me, ma anche a tutte le mie colleghe...tutti i giorni per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.
E qualche giorno fa ho sentito una mia collega dire: "Signora, se lei domani mattina va in posta mezz'ora dopo la chiusura la fanno entrare solo perchè viene da lontano? Qui noi abbiamo degli orari..."
Maronna, le avrei fatto un applauso in diretta...quello era l'esempio degli esempi; la soluzione verbale a tutte le volte che devo motivare un "No, non si entra".
Solo una frase riesce ancora a smuovere il mio cuoricino inaridito: "La prego, ci faccia entrare...siamo appena diventati nonni..."
A questa paroline non so resistere nemmeno in piena notte.
Oggi pomeriggio però mi è stata detta la scusa delle scuse...e se vera davvero fuori luogo. Ed è per questo che ho deciso di scrivere questo post...per far capire cosa può passare nella mente della gente.
"Signora, non posso farla entrare...non è orario".
"Ma io a casa ho una figlia handicappata".
martedì 10 giugno 2008
domenica 8 giugno 2008
E due!
venerdì 6 giugno 2008
giovedì 5 giugno 2008
Filosofia della parolaccia.
Si preannunciava una serata pesante perchè mi ha chiamato qualche giorno fa dicendomi che aveva assolutamente bisogno di vedermi.
Invece è stata una serata allegra e spensierata.
Non so come mai, ma dopo 4 anni di conoscenza non mi ero ancora fatta insegnare nessuna parolaccia in arabo.
Lei ne conosce molte in italiano e spesso mi ha chiesto il significato di alcune di esse.
Allora le ho detto che dovevamo fare uno scambio equo e solidale: toccava a lei a dirne una in arabo.
E così mi ha spiegato che se le scappa una parolaccia, la dice in francese perchè le spiace dirla in arabo. Si vergogna a dirla in arabo...le sembra di fare un torto alla sua cultura.
Niente da fare, arrossiva anche con me quando insistevo perchè ne dicesse una...solo una.
Solo a metà della cena mi sono ricordata che stavamo facendo questi discorsi auilici alla presenza della piccola Y. Era seduta accanto a me, con la faccia (giustamente) annoiata. Ci ha guardato e ci ha detto:" Io me ne vado di là perchè sono una femmina e sono una Winx. Voi invece siete dei Gormiti e non potete stare con me".
Ecco, alla fine anche "Gormito" può diventare una parolaccia!