Il Papa non aveva ancora messo piede su suolo africano, che già i giornalisti sparavano cavolate.
La storia è sempre la stessa: la Chiesa e il preservativo.
Lasciamo perdere il fatto che di tutti i discorsi , gli interventi, le visite e gli incontri di Benedetto XVI in Africa le uniche parole riportate dai media siano state Africa, preservativo e Chiesa.
Tutti le persone più o meno importanti che in questi giorni hanno sprecato parole per insultare il Pontefice dovrebbero spiegarmi alcune cose.
Per esempio, vorrei sapere se qualcuno di loro ha mai parlato con un ragazzo africano...magari si renderebbero conto che per loro il concetto "preservativo" vuol dire poco o nulla...
Il preservativo sta all'africano come la pizza ad un giapponese.
Nei luoghi ( anche di missione) dove vengono distribuiti gratuitamente, non c'è la ressa per prenderli....e questo perchè culturalmente è davvero poco accettato.
Poi vorrei sapere dove sono questi furboni quando c'è da urlare alle industrie farmaceutiche di sdoganare i brevetti dei farmaci essenziali in modo tale che i paesi a risorse limitate possano autoprodurli senza dover dipendere da altre nazioni.
Oppure vorrei sapere da loro perchè invece di affittare un aereo per far piovere dal cielo un milione di profilattici in Angola, non affittino un aereo carico di farmaci antiretrovirali da scaricare nei vari dispensari dove la gente non ha accesso ai farmaci per curare l'AIDS.
Troppo comodo riempirsi la bocca di bei paroloni, di frasi ad effetto e critiche gratuite una volta nella vita...
O si è in prima linea tutti i giorni, con costanza e coerenza, mettendo a disposizione la propria intelligenza e capacità di fare...o è meglio tacere.
O forse sarebbe sufficiente ascoltare i discorsi per intero, senza estrapolare parole e frasi a proprio piacimento.