lunedì 13 settembre 2010

Adesso che l'hanno ricevuta i vari destinatari, posso pubblicarla anche qui...perchè è bellissima e perchè è utile a tutti.


Caro amico e cara amica che in questa estate ci hai visitato, questa lettera ti giunge sicuramente un po’ in ritardo.

Non solo perché il tempo a Mysore, Pemba, Muheza, Kwediboma, Lome, Caxias, Proprià, Lima e Santiago va un po’ più lentamente,

non solo perché per spedire la mail bisogna andare in città,

non solo perché mentre si scende con l’auto si trova sempre qualcuno a cui dare un passaggio,

non solo perché la strada non siamo ancora riusciti ad aggiustarla,

ma soprattutto perché questa lettera avresti dovuto leggerla prima di partire.

Era una specie di avvertimento preventivo.

Adesso ormai è fatta, è troppo tardi, ma almeno potrà aiutarti a capire quello che ti è capitato

e che ti capiterà nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.

Sei partito o sei partita per l’Africa, l’India o il Sud America. Non tu da solo o da sola. Con te è partito un mondo intero.

Tutti gli amici e le amiche che ti hanno affidato qualcosa e che sono fieri di essere stati un po’ partecipi del tuo viaggio. I compagni di lavoro che hanno accettato di adattare le loro ferie al tuo viaggio. Tutti quelli che ti hanno dato qualche consiglio o raccomandazione.

Ma non solo questi.

Anche tutti quelli che erano contrari, che ti hanno sconsigliato, che erano in ansia per la tua partenza, anche loro sono partiti con te.

Anche quelli che ti dicono che sarebbe ora che i negri si arrangiassero a casa loro.

Anche quelli che vorrebbero ingenuamente costruire muri tra un popolo e l’altro.

Anche questi sono venuti con te, perché in fondo tu sei frutto di tutto questo, in bene e in male

per accettazione o per contrapposizione se sei venuto e se sei venuta è anche grazie a loro e quindi insieme con loro.

Qui hai incontrato un altro mondo.

Tante cose le sapevi già, avevi sentito tanti racconti o visto tante foto.

Sapevi che esiste la povertà, ma qui hai incontrato quelli che non hanno niente, non solo per il domani, ma anche per l’oggi.

Sapevi che esiste la lebbra, ma non avevi mai dato la mano ad un lebbroso.

Sapevi che ci sono tante lingue, ma non eri mai stato così tanto tempo in mezzo a gente di cui non capisci nulla quando parlano.

Sapevi che esiste l’ingera, ma non ne avevi mai sentito il sapore.

Sapevi che qui è difficile lavarsi, ma non avevi mai sentito l’odore dei malati.

Qualche volta non hai resistito e hai chiuso gli occhi, ma quando li hai riaperti tutto era ancora lì.

Non è un sogno, è un mondo.

Non è nel passato, è a poche ore di volo da casa tua.

Tutto questo hai incontrato, ed è accaduta una cosa strana.

Forse senza volerlo, senza pensarci, o forse per scelta hai lasciato che questo mondo entrasse dentro di te.

Non ha chiesto “permesso”, non ha fatto tanto rumore.

E’ sembrata una cosa naturale, non ha forzato un ingresso.

Però quando è successo te ne sei accorto.

Quella sera quando sei andato a dormire e hai sentito l’ululato delle iene, ti è sembrata una cosa normale.

Quando il bambino con le manine luride ti ha preso per la maglietta, non ti ha dato fastidio come prima.

Quel mondo non era più al di fuori, attraverso le cose che hai sentito, gustato, visto e toccato,

quel mondo è entrato dentro di te.

Per sempre.

Adesso sei tornato e sei tornata a casa. O almeno così pensavi.

Sei di nuovo a casa, ma non da solo o da sola. Quel mondo che hai incontrato è venuto con te.

Non è rimasto in aeroporto. Non è bastata la prima notte di nuovo nel tuo letto o la prima serata con gli amici. Quel mondo è rimasto dentro di te e ci rimarrà. Niente di strano, dirai, ma non è così semplice. Da ora in poi anche quello è il tuo mondo.

Così, le uscite con gli amici non hanno più lo stesso sapore.

Così, quando il telegiornale ripete le solite cose, ti chiedi: “tutto qui?”

Così, quando incroci un fratello di colore per la strada, tendi l’orecchio e ti chiedi: “che lingua parla? da quale mondo verrà?”

Così, quando chiudi la porta la sera, non potrai più lasciare fuori tutto il resto del mondo.

In una parola, sei diventato un po’ straniero anche quando sei a casa.

Non c’è più un mondo che ti esaurisce, in cui ti ritrovi fino in fondo.

Dentro di te ce n’è sempre anche un altro, che ti ricorda che non per tutti è scontato cenare prima di andare a dormire, che non tutti si salutano allo stesso modo, che non tutti domattina potranno alzarsi. Sei stato da straniero in India, Africa e Sud America e da ora in poi vivrai un po’ da straniero anche a casa tua.

Non succede così a tutti. C’è gente che colleziona viaggi in paesi lontanissimi, ma in realtà non si muove mai da casa sua.

Non è sufficiente il biglietto dell’aereo, non è sufficiente entrare in un altro mondo.

Occorre essere disposti a lasciare che un nuovo mondo entri a far parte di te.

E così ti ritroverai ad essere sempre un po’ straniero.

Se può consolarti, sei in buona compagnia.

Non solo perché tante altre persone, per scelta o per necessità, vivono da stranieri.

Sei in compagnia di Colui che per essere vicino a noi e farci capire la nostra vera condizione, si è fatto lui stesso straniero.

A Gerusalemme lo chiamavano “il Galileo”, in Samaria “il Giudeo”.

Da Nazaret lo hanno cacciato perché non si comportava da buon concittadino.

I Geraseni lo hanno pregato di tornarsene da dove era venuto.

A Pilato ha detto chiaramente che il suo regno non era di questo mondo.

Portava in sé la nostalgia di un altro mondo, di un altro modo di vivere.

Per questo era capace di relativizzare la sicurezza dei farisei, la tranquillità dei ricchi, la disperazione degli sconfitti.

Ci ha rivelato che essere stranieri è la nostra condizione più vera, che non sentirci mai del tutto a casa non è un disagio mentale ma la verità del nostro destino in questa esistenza, che non è mai esaurito da dove siamo oggi o domani.Ti auguriamo che ciò che da straniero hai vissuto nel sud del mondo e ciò che da straniero in patria stai vivendo oggi ti aiuti a riconoscere in te quella sete inesauribile di vita che solo in Gesù Cristo, il vero Straniero, trova la sua vera patria.

Buon viaggio sulle strade del mondo che da oggi in poi ti sarà un po’ meno straniero.