venerdì 13 giugno 2008

E non ditemi che sono acida

L'ospedale è un luogo pubblico e come tale ha delle regole e degli ORARI.
Questi ultimi esistono perchè al di fuori di essi chi lavora avrebbe bisogno di poter fare tutto senza avere tra i piedi diecimila parenti e amici.
Oltretutto il mio è un reparto abbastanza delicato e diventa difficile ed imbarazzante controllare ciò che va controllato se la stanza è piena di gente che non ci dovrebbe essere.
In questi anni di lavoro, ho imparato a capire chi mi racconta delle palle mostruose pur di entrare fuori orario.
La gente che mente è spassosa; c'è chi non è capace e si contraddice subito, c'è chi si sente in colpa e un "Guardi che non è orario" li scoraggia all'istante, c'è chi invece è molto abile e non temerebbe nemmeno la macchina della verità...ma io ormai li becco lo stesso.
Le scuse più o meno credibili sono sempre le stesse:
  • "Resto solo 10 minuti" e te lo dicono con la faccia da: "Una volta che avrò valicato questa porta non mi sbatterete più fuori"
  • "Ma io vengo da lontano" con la faccia da: "Tanto tu che ne sai che io abito a Vigliano"
  • "Ho appena finito di lavorare" e qui molto spesso è vero...ma non è colpa mia se finisci di lavorare alle dieci di sera
  • "Lavoro tutto il giorno" se lavori tutto il giorno allora cosa ci fai qui alle tre del pomeriggio?

Qualcuno le spara una dietro l'altra.

Poi ci sono quelli che non solo vengono fuori orario, ma addirittura non conoscono il nome di chi stanno andando a trovare...
"Sto cercando una signora" beh, cercare un uomo in ostetricia è quasi impossibile.
"Solo che non so come si chiama...io sono un'amica della mamma della zia della sorella del marito"

Ma cacchio, vieni a trovare una di cui non conosce nemmeno il nome??? Ma stai a casa tua!
Ovviamente queste cose non succedono solo a me, ma anche a tutte le mie colleghe...tutti i giorni per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.
E qualche giorno fa ho sentito una mia collega dire: "Signora, se lei domani mattina va in posta mezz'ora dopo la chiusura la fanno entrare solo perchè viene da lontano? Qui noi abbiamo degli orari..."
Maronna, le avrei fatto un applauso in diretta...quello era l'esempio degli esempi; la soluzione verbale a tutte le volte che devo motivare un "No, non si entra".
Solo una frase riesce ancora a smuovere il mio cuoricino inaridito: "La prego, ci faccia entrare...siamo appena diventati nonni..."
A questa paroline non so resistere nemmeno in piena notte.
Oggi pomeriggio però mi è stata detta la scusa delle scuse...e se vera davvero fuori luogo. Ed è per questo che ho deciso di scrivere questo post...per far capire cosa può passare nella mente della gente.
"Signora, non posso farla entrare...non è orario".
"Ma io a casa ho una figlia handicappata".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando abbiamo iniziato a raccogliere soldi per il parco accessibile, quella volta vendendo fiori, una signora ci ha detto: raccogliete soldi per gli handicappati??? Vorrei già essere io handicappata, con tutti i soldi che gli danno... In maniera fulminea ho pensato: Prego signora, si accomodi che ci penso io! Ma per una volta sono stato zitto.
Dovremmo scrivere il libro delle scuse...

Hal Monleon ha detto...

Ciao. Il tuo raccontino di vita vissuta mi ha fatto sorridere. Brava!
Ti seguo molto volentieri. Se ti va puoi venire a leggere qualcosa sul mio blog: halmonleon.blogspot.com

Hal