martedì 27 maggio 2008

Essere italiani all'estero.

"Guardate questo posto per esempio. Chi ha scritto che un aeroporto e' un "non luogo" non e' masi stato a Malpensa, a Linate o a Fiumicino; oppure c'e' stato, ma era troppo intento a evitare la gente che parla al cellulare e non guarda dove va.
Un aeroporto italiano e' violentemente italiano. Uno zoo con l'aria condizionata, dove le creature non mordono e il veleno e' solo in qualche commento. Bisogna saper interpretare i suoni e i segni: l'Italia e' un posto dove le cose stanno sempre per succedere. Di solito, sono cose insolite: la normalita', da noi, e' eccezionale. Ricordate The terminal? Se il film fosse stato ambientato qui a Malpensa, Tom Hanks non si sarebbe solo invaghito di Catherine Zeta-Jones, ma avrebbe fondato un partito, indetto un referendum, aperto un risotorante e organizzato una festa popolare.
Guardate la gioia infantile con cui la gente entra nei negozi, e l'abilita' con cui si inventa occupazioni per passare il tempo. Osservate la timidezza di fronte alle divise (qualunque divisa: dai piloti di passggio agli addetti alle pulizie).
L'autorita' ci mette a disagio da secoli, e per sconfiggerla disponiamo di un arsenale: la lusinga e l'idifferenza, la familiarita' e la complicita', l'apparente ostilita' e la finta ammirazione. Studiate la facce, quando si aprono le porte delgi arrivi internazionali. C'e' un impercettibile sollievo nell'aver superato i controlli di dogana. La quasi totalita' dei passeggeri, e' ovvio, non ha nulla da nascondere. Ma non importa: c'era una divisa e ora non c'e' piu'.
Guardate con quanto sollievo-anzi, affetto- osservano i bagagli recuperati sul nastro trasportatore: al momento del check-in non erano convinti che arrivassero a destinazione, e avevano tentato di tutto pur di portarli a bordo. Ascoltate le discussioni delle coppie, rese piu' acide dall'imbarazzo di trovarsi in pubblico (" Mario! Non avevi detto che li tenevi tu, i passaporti?"). Ammirate le famiglie tornate da un viaggio: i gesti, i rituali e i richiami - mamma chiede dov'e' figlio, papa' cerca il figlio, figlio risponde a papa', papa' avvisa mamma che nel frattempo e ' scomparsa- sono gli stessi che riempiono un albergo a New York e un mercato a Londra.
A Malpensa c'e' gia' il riassunto nazionale. Solo gli ingenui possono pensare che questa sia confusione. E' invece uno spettacolo: una forma di improvvisazione, interepretata da attori di talento. Nessuno pensa di essere una comparsa; tutti si sentono protagonisti, per quanto modesta sia la parte. Federico Fellini sarebbe stato un buon primo ministro, se avesse voluto. Occorre infatti un gran registra, per governare gli italiani."


B. Severgnini "La testa degli italiani"

2 commenti:

tangalor ha detto...

bello questo post è proprio vero, siamo fatti un po cosi...

Anonimo ha detto...

Gli ultimi italiani che ho incontrato all'estero, al palais des papes ad Avignone, sbraitavano al cellulare ad alta voce con tal "Gaetana" circa la bellezza del palazzo. Ogni tanto siamo anche un po' peggio...